INNOVAZIONE A TAPPE FORZATE

La primavera 2020 sarà certamente ricordata non solo per l'emergenza sanitaria ma anche per gli effetti che questa ha avuto sulla formazione e sul lavoro. Grandi passi avanti sono stati fatti nell'utilizzo "per necessità" delle tecnologie di ultima generazione per lo Smart working e per l'e-learning. Un'accelerazione questa che implica una seria riflessione sulla messa a sistema degli strumenti tecnologici di ultima generazione che hanno come linea d'orizzonte naturale l'intelligenza artificiale.
Questa ultima rappresenterà una sfida di dimensioni epocali non solo per il sistema produttivo ma innanzitutto per il sistema formativo. Sarà indispensabile investire per adeguare le competenze delle nuove generazioni all'era tecnologica dei droni e dei robot e dunque parallelamente alle figure professionali del futuro. La percezione di un mutamento epocale in atto è sempre più diffusa e si fa ormai più incalzante l'esigenza di prepararsi in tempi strettissimi a vivere un futuro che può diventare da un momento all'altro il nostro presente. L'intelligenza artificiale dunque come strumento avanzato e rivoluzionario nella gestione di tutti i settori della vita sociale, dall'economia alla cultura, all'ambiente, alla formazione e all'informazione.
Ed è proprio la consapevolezza del valore strategico dell'AI per il futuro dell'intera umanità alla base di due documenti della Commissione europea. Le pubblicazioni "Un'Europa adatta all'era digitale" e il "Libro Bianco sull'Intelligenza Artificiale" trattano questa come una priorità assoluta considerando il suo impatto sociale ed economico destinato a cambiare il modo in cui lavoriamo, impariamo, viviamo e risolviamo i nostri problemi.
L'obiettivo di questa iniziativa della Commissione e della Presidente Von der Leyen è quello di porre le basi per una collaborazione fra i Paesi del vecchio continente che consenta di unire le risorse per affrontare alcuni dei temi cruciali nello sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale. Una strategia che richiama quella voluta e definita dal CLAIRE, il network di laboratori e ricercatori europei, che ha ricevuto pieno supporto anche dall'Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale (AIxIA).
In sostanza si vuole dare nuovo e impulso e sostegno ad un'attività di ricerca coordinata a livello europeo che indirizzi i suoi sforzi verso l'integrazione dei sistemi in grado di ragionare, di rappresentare la conoscenza, di percepire la realtà e di riconoscere partner complessi. Risultati eccezionali che potrebbero condurre oltre che alla realizzazione di strutture capaci di spiegare il proprio comportamento, anche all'ottenimento di esiti positivi in termini di astrazione, e di aumentare l'efficienza energetica dei sistemi di AI, apportando benefici straordinari e aprendo la strada a nuovi filoni di ricerca.
Ma gli ambiti su cui la ricerca si sta concentrando, a livello mondiale, necessitano di potenze di calcolo e quantità di energia rilevanti e gli investimenti in ricerca e innovazione europee sono ancora una frazione rispetto a quelli di altre regioni, per cui emergono punti di debolezza legati alla scarsa disponibilità di soluzioni cloud di AI, utilizzabili sia dal mondo della ricerca che da quello delle imprese.
Tutto questo nel vivo di una competizione a livello planetario tra due giganti dell'economia e dell'innovazione tecnologica come la Cina e gli Stati Uniti.
Due competitors dal peso politico ed economico decisamente superiore a quello della vecchia Europa che è chiamata perciò a decidere immediatamente su quale ruolo si intende recitare nella scena geopolitica che avanza, se non vuole rimanere in una posizione di retroguardia, non riuscendo ad impegnarsi sul piano degli ingenti investimenti, monetari e non, che gli altri due attori stanno stanziando sull'AI ma anche sui big data.
Un tema, quello dei big data, strettamente legato alle potenzialità dell'intelligenza artificiale, particolarmente delicato per quanto riguarda la loro origine, la proprietà e la gestione con riferimento alla sicurezza e alla tutela dei diritti dei cittadini e persino la preservazione degli assetti politici degli Stati.
Ed è proprio questo il terreno sul quale l'Unione Europea intende muoversi per guidare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale verso forme di impiego che pongano al centro il benessere dell'uomo e del pianeta che lo ospita, il rafforzamento della democrazia, lo sviluppo della salute e della sicurezza dei cittadini e molto altro ancora.
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